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12 maggio – GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’INFERMIERE

Giornata infermiere, Nursind: italiani apprezzano professione

11 maggio 2023

Roma, 11 mag. (askanews) – “Questo 12 maggio per noi è ancora più importante: celebriamo la Giornata internazionale dell’infermiere, ma anche i 25 anni di vita del Nursind, 25 anni al fianco dei professionisti che garantiscono la salute dei cittadini. Perciò fa piacere constatare che la percezione che gli italiani hanno degli infermieri sia positiva. Da un sondaggio commissionato da Nursind a Swg, infatti, emerge come il 50% dei cittadini apprezzi la possibilità che gli infermieri hanno di aiutare gli altri”. Lo dichiara il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, alla vigilia della Giornata internazionale dell’infermiere.

“Rimane però scoperto il nervo delle basse retribuzioni e della poca appetibilità della professione. E questo ci preoccupa. Come dovrebbe preoccupare tutti i cittadini, considerato il fatto che se i giovani non intraprendono questa professione presto rimarremo senza infermieri e, come ha dimostrato l’esperienza pandemica, senza infermieri è a rischio la salute di tutti”, aggiunge.

“Per tale motivo dobbiamo impegnarci a migliorare l’autonomia e le condizioni di lavoro della categoria. Questi sono gli aspetti che i giovani evidenziano come più problematici della nostra professione. Tuttavia, la fiducia che gli italiani hanno nei confronti degli infermieri ci stimola ad impegnarci a tutelare loro e tutto il Servizio sanitario nazionale”, conclude Bottega.

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Giornata infermiere, Nursind: italiani apprezzano professione – Il Sole 24 OREhttps://stream24.ilsole24ore.com/video/italia/giornata-infermiere-nursind-italiani-apprezzano-professione/AEhrHESD?refresh_ce=1

I sindacati esclusi vincono il ricorso, Rsu da rifare all’Azienda ospedaliera Brotzu

Il Tribunale dà ragione a Nursing Up, USB Sanità e Nursind

La rappresentanza sindacale unitaria dell’Azienda ospedaliera “Brotzu” di Cagliari dovrà essere rinnovata, in base ai voti espressi dai lavoratori: lo ha deciso il Tribunale di Cagliari, che con un’ordinanza datata 7 marzo 2023 ha accolto il ricorso presentato dai sindacati Nursing Up, USB Sanità, Nursind, che accusavano Cgl, Cisl, Uil e Fials di averli esclusi dalla delegazione.

In una nota congiunta, firmata anche dalla Fsi, le quattro sigle rappresentate dall’avvocato Giovanni Cristian Melis accolgono la decisione con soddisfazione e auspicano che “ora l’Rsu del Brotzu possa cambiare rotta e lavorare unitariamente nell’interesse generale dei lavoratori” e “ritengono opportune le dimissioni dell’attuale presidente dell’Rsu, Irene Desogus, ferma restando la riserva di procedere con una causa risarcitoria verso gli artefici del tentativo di limitare le nostre prerogative”.

“È vergognoso che ci siamo dovuti rivolgere al Tribunale per garantire il rispetto dell’espressione elettorale dei lavoratori del Brotzu contro altre organizzazioni sindacali che hanno cercato di limitare le nostre prerogative di rappresentanza”, ha commentato Diego Murracino, del Nursing Up.

Secondo Fabrizio Anedda del Nursind è “una bella vittoria che ci deve far riflettere sullo scandaloso comportamento preclusivo esercitato dai diversi rappresentanti dei lavoratori”.

“Finalmente si mette fine a una vergognosa parentesi sindacale che ci ha visti protagonisti di un grave danno d’immagine e delle nostre prerogative, portato avanti vergognosamente e consapevolmente per cercare di silenziare una voce dissonante”, ha detto Gianfranco Angioni, della Usb Sanità. “Oltre a non esitare a rivendicare un risarcimento economico continueremo a lottare con più forza per stabilizzazioni, assunzioni, incremento dotazioni organiche e rispetto dell’orario contrattuale”.

A nome della Fsi – che non aveva firmato il ricorso giudiziario – Marco Pulisci si aspetta che “in coerenza con l’ordinanza venga inserita nella delegazione trattante Rsu anche la rappresentanza della lista Fsi, per evitare un ulteriore causa contro il persistere della attuale esclusione“.

Giovanni Congiu, decano del sindacato Cisna, ha espresso sostegno ai sindacati ricorrenti, auspicando che “nella Rsu del Brotzu non si vedano mai più tentativi di bavaglio verso la libertà sindacale“.

Mercoledì 8 marzo 2023

Bonus Dipendenti Pubblici: da Gennaio 2023 in Busta Paga PER TUTTI. Scopri gli IMPORTI

La Legge di Bilancio 2023 in vigore dal 1° gennaio a stanzia un  emolumento una tantum per i dipendenti delle P.A. da corrispondere per 13 mensilità, pari al1,5% della retribuzione, quanto spetta quindi ogni mese ad Infermieri, Ostetriche, OSS e Tecnici?

Cos’è il Bonus Dipendenti 2023?

Il bonus dipendenti pubblici 2023 è un emolumento accessorio una tantum, cioè un compenso extra rispetto allo stipendio di statali e lavoratori degli enti pubblici, pensato per contrastare l’inflazione e come alternativa agli scatti contrattuali, che non è stato possibile finanziare per mancanza di fondi, riconosciuto dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 e da applicare a 13 mensilità.

Nella Legge di Bilancio 2023 (articolo 1, commi 330 – 333) l’importo spettante è pari all’1,5% dello stipendio.

Ovvero, l’aumento sarà proporzionale alla retribuzione e, quindi, sarà tanto maggiore quanto è più alta la retribuzione.

Quanto spetta?

Il MEF (Ministero di Economia e Finanza), ha pubblicato le tabelle (link allegato in calce) relative agli importi orientativi ponderati sulla scorta dello stipendio base tabellare, è chiaro che la somma è destinata ad aumentare parallelamente al crescere del compenso.

Pertanto, secondo il MEF, le cifre base sarebbero:

Infermieri, Tecnici e Ostetriche: dalle 29€ mensili della Categoria D, alle 39€ della Ds6;

OSS: dalle 25€ alle 19€;

Gli importi saranno corrisposti in ogni busta paga del 2023 per tredici mensilità.

La somma extra include solo i contributi ai fini del trattamento di quiescenza (pensione) e dell’Imposta regionale sulle attività produttive (IRAP). Viceversa, non rileva agli effetti dell’indennità premio di fine servizio, dell’indennità sostitutiva di preavviso, del TFR, nonché delle indennità per cessazione del rapporto di lavoro da corrispondersi agli eredi che vivevano a carico del prestatore di lavoro in caso di morte di quest’ultimo.

Ciò significa, in buona sostanza, che con questo extra si pagheranno solo i contributi per la pensione e l’IRAP.

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Policlinico di Monserrato il Pronto soccorso “Posti letto finiti, 29 pazienti in barella nei corridoi, 5 col Covid”: infermieri denunciano

Al Policlinico di Monserrato il Pronto soccorso, la porta dell’ospedale, il primo punto di accoglienza dei pazienti, è diventato un reparto con persone in gravi condizioni di salute tenute in barella, nei corridoi e per settimane”. A denunciare lo stato di emergenza è il NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche che parla attraverso il suo dirigente, Christian Cugusi (nel video alla fine dell’articolo).

“Nella giornata di domenica siamo arrivati ad avere 29 ricoverati nei locali del Pronto Soccorso, dove c’erano barelle ovunque: nei corridoi, davanti ai bagni e agli ambulatori, un disastro totale per gli operatori sanitari che devono fronteggiare la situazione e per i pazienti che non possono ricevere le cure adeguate, ovvero quelle che avrebbero se fosse tenuti in un posto letto nel reparto di competenza”. Ad aggravare la situazione, racconta sempre il dirigente sindacale NurSind, la carenza di personale. Per cui “sette infermieri devono contemporaneamente ricevere il flusso di pazienti e assegnare i codici e dare assistenza ai 29 degenti, di cui 5 sono positivi al Covid“. La media giornaliera di persone che accedono al Pronto soccorso è di 130 persone.

“La mancanza di posti letto al Policlinico – prosegue Cugusi – ha creato questa situazione di estrema gravità all’interno del Pronto soccorso. Prima di essere mandati nel reparto adeguato, i malati vengono tenuti in barella per tre o quattro giorni. Ma siamo arrivati a picchi di 11 giorni. Parliamo di persone non in salute, non sempre giovani, con situazioni anche gravi da trattare. Chiediamo l’intervento immediato delle Autorità competenti per risolvere questa emergenza”.

Christain Cugusi

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VENERDI 16 SETTEMBRE 2022, SCIOPERO GENERALE DI 24 ORE DEL PERSONALE DEL COMPARTO SANITÀ DELL’ARNAS BROTZU : OSPEDALE SAN MICHELE E BUSINCO

ARNAS BROTZU
SCIOPERO DEL 16 SETTEMBRE 2022 COMPARTO SANITA’

Il Diritto allo sciopero è un diritto soggettivo sancito e garantito dalla Costituzione Italiana e il cui esercizio può essere precluso e/o limitato solo rispettando la specifica normativa di riferimento.
Per evitare che le aziende utilizzino in maniera impropria il diritto di esonerare i dipendenti dallo sciopero, riportiamo alcune informazioni a disposizione dei colleghi che intendono aderire.

POSSONO ADERIRE ALLO SCIOPERO TUTTI I LAVORATORI DEL COMPARTO SANITA’ DEL ARNAS BROTZU IN
SERVIZIO NELLE 24 ORE ( DALLE ORE 00:00 ALLE ORE 24:00 ) DEL 16 SETTEMBRE 2022 I CUI NOMINATIVI
NON SONO INDICATI NELL’ELENCO DEI CONTINGENTI MINIMI…….continua a leggere,  clicca qui

 

 

SCARICA QUI IL MODULO DI “COMUNICAZIONE DELLA PROPRIA VOLONTA’DI ADERIRE ALLO SCIOPERO DEL 16 SETTEMBRE 2022

Santissima Trinità, la denuncia del sindacato: “Carenza di infermieri, neonati a rischio”

CAGLIARI. “Al reparto di neonatologia del Santissima Trinità le neo mamme e i loro pargoli, i bimbi appena venuti al mondo, vivono una situazione di carenza assistenziale gravissima”. 
La denuncia arriva dal sindacato degli infermieri, il NurSind, che già da aprile 2022 scrive ai vertici Aziendali,  lettere di denuncia e richiesta di aiuto con integrazione di personale, ma senza ricevere alcuna risposta.

“Siamo arrivati alle festività di agosto, e la situazione non è sempre la stessa – dicono gli infermieri e dirigenti sindacali – ma è addirittura molto peggiorata. Qui non si ha rispetto neanche per bambini appena nati e non ci si prende cura, e a cuore, la situazione di donne che hanno appena partorito. Il reparto tocca picchi di un professionista ogni 20 pazienti: ribadiamo che stiamo parlando di neonati e neo mamme, che hanno necessità – risulta anche superfluo dirlo – di particolari attenzioni e cure”.

“La situazione di criticità della Sezione Neonatale del Presidio Ospedaliero del Santissima Trinità, dovuta alla costante carenza di personale, va avanti da molti mesi, con la tendenza al peggioramento, causa Covid, assenze per maternità, malattia, infortunio, e personale che ha vinto concorsi in oltre strutture”, scrivono. 

“Già nel mese di aprile 2022, il segretario provinciale del NurSind Sardegna, Fabrizio Anedda, firma una lettera indirizzata ai seguenti destinatari: Direttore Generale Asl di Cagliari Marcello Tidore, Direttore Sanitario ASL di Cagliari Stefano Marcia, Struttura complessa Neonatologia Aldo Caddori, Responsabile Punto Nascita Eleonora Coccollone, Dipartimento Staff S.C. Accreditamento delle Strutture, Dipartimento Staff S.C. Qualità, Appropriatezza, Clinical Risk Management, Dipartimento Staff S.C. Programmazione sanitaria e Strategica, nella quale si fanno presenti le gravissime criticità del reparto  “il numero degli infermieri era già inadeguato al numero di posti letto, ma la situazione è andata ancor più ad aggravarsi con l’apertura delle sezioni COVID nel padiglione “G”: in buona sostanza è stato raddoppiato il lavoro al già esiguo numero di professionisti, che sono in più stati esposti al rischio Covid e tutto ciò che ne consegue”.

“Reparto sdoppiato causa Covid. In neonatologia sono dunque presenti 24 Posti Letto (PL: posti letto CULLE) occupati quasi tutti nella sezione Nido, classificata al livello 1 della DGR 34/26 del 2010, ulteriori 4 PL di Neonatologia classificati al livello 4 (elevato), e infine 7 PL dedicati ai pazienti COVID (di recente istituzione), dove per garantire l’assistenza si ricorre allo stesso personale del Nido e Neonatologia. Così, il personale infermieristico risulta notevolmente sottostimato rispetto alle esigenze e al numero dei pazienti da assistere”, si legge sulla nota. 

I numeri e i turni degli infermieri. “Esistono inoltre altre assenze giustificate: per maternità o infortunio Covid – spiega Fabrizio Anedda – che accrescono la complessità assistenziale. A fronte dei posti letto sopra descritti è presente una esigua dotazione organica così composta: 24 infermieri: tra assenze per maternità, infortunio/malattia Covid, e limitazioni prescritte dal medico competente, più il personale che ha vinto i concorsi e si è spostato in altri presidi ospedalieri, sono rimasti 17 infermieri. Di questi, vi sono solamente 14 infermieri a pieno regime, gli altri hanno limitazioni che non garantiscono turni notturni”.

“A questo quadro già disastroso – ha proseguito Anedda – aggiungo il dettaglio che l’equipe dedicata all’area Covid è costituita da una ostetrica e un infermiere della sezione Neonatologia, i quali spesso prestano assistenza con i relativi dispositivi di protezione (scafandro etc.), in area rossa per tutto il turno di servizio. Anche il supporto all’infermiere da parte dell’OSS viene negato. Infatti, all’interno della sezione Neonatale-Nido-Area COVID, non risultano presenti OSS, ma solamente OSS condivisi con la sezione Ginecologia: questo determina il costante demansionamento professionale”.

Le richieste del sindacato

“Nessun Infermiere possiede il dono dell’ubiquità – dice il rappresentante sindacale – dunque, con una media di 1500 nascite all’anno, l’assistenza al neonato sano o patologico ha necessità di un intervento concreto, limitando potenziali eventi avversi per gli operatori e utenti. Si chiede inoltre il rispetto del lavoro infermieristico, con adeguati risposi, evitando turni di lavoro con doppie notti. La stessa legge in materia impone inoltre che in ogni turno siano presenti tutte le figure necessarie all’assolvimento del servizio, ponendo un freno al demansionamento professionale. Detto ciò, trovo vergognosa questa pratica, da parte dei vertici aziendali e della politica tutta, di non dare risposte a segnalazioni così gravi, portate avanti da mesi. Siamo arrivati al punto di non ritorno se non viene ascoltato neanche un grido d’allarme lanciato in favore di assistenza a neonati e bambini”.  

 

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