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CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO

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RELATIVO AL PERSONALE DEL COMPARTO SANITA’

TRIENNIO 2019-2021

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VENERDI 16 SETTEMBRE 2022, SCIOPERO GENERALE DI 24 ORE DEL PERSONALE DEL COMPARTO SANITÀ DELL’ARNAS BROTZU : OSPEDALE SAN MICHELE E BUSINCO

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ARNAS BROTZU
SCIOPERO DEL 16 SETTEMBRE 2022 COMPARTO SANITA’

Il Diritto allo sciopero è un diritto soggettivo sancito e garantito dalla Costituzione Italiana e il cui esercizio può essere precluso e/o limitato solo rispettando la specifica normativa di riferimento.
Per evitare che le aziende utilizzino in maniera impropria il diritto di esonerare i dipendenti dallo sciopero, riportiamo alcune informazioni a disposizione dei colleghi che intendono aderire.

POSSONO ADERIRE ALLO SCIOPERO TUTTI I LAVORATORI DEL COMPARTO SANITA’ DEL ARNAS BROTZU IN
SERVIZIO NELLE 24 ORE ( DALLE ORE 00:00 ALLE ORE 24:00 ) DEL 16 SETTEMBRE 2022 I CUI NOMINATIVI
NON SONO INDICATI NELL’ELENCO DEI CONTINGENTI MINIMI…….continua a leggere,  clicca qui

 

 

SCARICA QUI IL MODULO DI “COMUNICAZIONE DELLA PROPRIA VOLONTA’DI ADERIRE ALLO SCIOPERO DEL 16 SETTEMBRE 2022


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CONGEDI PARENTALI 104

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Santissima Trinità, la denuncia del sindacato: “Carenza di infermieri, neonati a rischio”

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CAGLIARI. “Al reparto di neonatologia del Santissima Trinità le neo mamme e i loro pargoli, i bimbi appena venuti al mondo, vivono una situazione di carenza assistenziale gravissima”. 
La denuncia arriva dal sindacato degli infermieri, il NurSind, che già da aprile 2022 scrive ai vertici Aziendali,  lettere di denuncia e richiesta di aiuto con integrazione di personale, ma senza ricevere alcuna risposta.

“Siamo arrivati alle festività di agosto, e la situazione non è sempre la stessa – dicono gli infermieri e dirigenti sindacali – ma è addirittura molto peggiorata. Qui non si ha rispetto neanche per bambini appena nati e non ci si prende cura, e a cuore, la situazione di donne che hanno appena partorito. Il reparto tocca picchi di un professionista ogni 20 pazienti: ribadiamo che stiamo parlando di neonati e neo mamme, che hanno necessità – risulta anche superfluo dirlo – di particolari attenzioni e cure”.

“La situazione di criticità della Sezione Neonatale del Presidio Ospedaliero del Santissima Trinità, dovuta alla costante carenza di personale, va avanti da molti mesi, con la tendenza al peggioramento, causa Covid, assenze per maternità, malattia, infortunio, e personale che ha vinto concorsi in oltre strutture”, scrivono. 

“Già nel mese di aprile 2022, il segretario provinciale del NurSind Sardegna, Fabrizio Anedda, firma una lettera indirizzata ai seguenti destinatari: Direttore Generale Asl di Cagliari Marcello Tidore, Direttore Sanitario ASL di Cagliari Stefano Marcia, Struttura complessa Neonatologia Aldo Caddori, Responsabile Punto Nascita Eleonora Coccollone, Dipartimento Staff S.C. Accreditamento delle Strutture, Dipartimento Staff S.C. Qualità, Appropriatezza, Clinical Risk Management, Dipartimento Staff S.C. Programmazione sanitaria e Strategica, nella quale si fanno presenti le gravissime criticità del reparto  “il numero degli infermieri era già inadeguato al numero di posti letto, ma la situazione è andata ancor più ad aggravarsi con l’apertura delle sezioni COVID nel padiglione “G”: in buona sostanza è stato raddoppiato il lavoro al già esiguo numero di professionisti, che sono in più stati esposti al rischio Covid e tutto ciò che ne consegue”.

“Reparto sdoppiato causa Covid. In neonatologia sono dunque presenti 24 Posti Letto (PL: posti letto CULLE) occupati quasi tutti nella sezione Nido, classificata al livello 1 della DGR 34/26 del 2010, ulteriori 4 PL di Neonatologia classificati al livello 4 (elevato), e infine 7 PL dedicati ai pazienti COVID (di recente istituzione), dove per garantire l’assistenza si ricorre allo stesso personale del Nido e Neonatologia. Così, il personale infermieristico risulta notevolmente sottostimato rispetto alle esigenze e al numero dei pazienti da assistere”, si legge sulla nota. 

I numeri e i turni degli infermieri. “Esistono inoltre altre assenze giustificate: per maternità o infortunio Covid – spiega Fabrizio Anedda – che accrescono la complessità assistenziale. A fronte dei posti letto sopra descritti è presente una esigua dotazione organica così composta: 24 infermieri: tra assenze per maternità, infortunio/malattia Covid, e limitazioni prescritte dal medico competente, più il personale che ha vinto i concorsi e si è spostato in altri presidi ospedalieri, sono rimasti 17 infermieri. Di questi, vi sono solamente 14 infermieri a pieno regime, gli altri hanno limitazioni che non garantiscono turni notturni”.

“A questo quadro già disastroso – ha proseguito Anedda – aggiungo il dettaglio che l’equipe dedicata all’area Covid è costituita da una ostetrica e un infermiere della sezione Neonatologia, i quali spesso prestano assistenza con i relativi dispositivi di protezione (scafandro etc.), in area rossa per tutto il turno di servizio. Anche il supporto all’infermiere da parte dell’OSS viene negato. Infatti, all’interno della sezione Neonatale-Nido-Area COVID, non risultano presenti OSS, ma solamente OSS condivisi con la sezione Ginecologia: questo determina il costante demansionamento professionale”.

Le richieste del sindacato

“Nessun Infermiere possiede il dono dell’ubiquità – dice il rappresentante sindacale – dunque, con una media di 1500 nascite all’anno, l’assistenza al neonato sano o patologico ha necessità di un intervento concreto, limitando potenziali eventi avversi per gli operatori e utenti. Si chiede inoltre il rispetto del lavoro infermieristico, con adeguati risposi, evitando turni di lavoro con doppie notti. La stessa legge in materia impone inoltre che in ogni turno siano presenti tutte le figure necessarie all’assolvimento del servizio, ponendo un freno al demansionamento professionale. Detto ciò, trovo vergognosa questa pratica, da parte dei vertici aziendali e della politica tutta, di non dare risposte a segnalazioni così gravi, portate avanti da mesi. Siamo arrivati al punto di non ritorno se non viene ascoltato neanche un grido d’allarme lanciato in favore di assistenza a neonati e bambini”.  

 

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Confermato lo sciopero di 24 ore del personale del comparto Sanità.

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Gli scriventi sindacati Nursing Up, Usb Sanità Nursind, Fsi e Cisna pur consapevoli dei gravi disagi che interesseranno la popolazione in relazione allo sciopero di 24 ore che si terrà nel mese di settembre ne danno annuncio.

Il Direttore Generale del Brotzu e l’Assessore alla Sanità non si sono presentati di fronte al prefetto. Per i sindacati non ci sono attenuanti questo atteggiamento dimostra mancanza di rispetto verso le istituzion i e verso i sindacati non compiacenti.

Avevamo dato apertura al dialogo ma abbiamo trovato da parte dell’amministrazione un muro di gomma, anche per questo abbiamo deciso di chiudere con esito negativo lo stato di agitazione.

A giorni annunceremo la data dello sciopero Generale

Nella giornata del 21 Luglio il Prefetto di Cagliari dietro richiesta delle OO.SS. USB, Nursing Up, Nursind, FSI e Cisna ha convocato la Direzione Generale del Brotzu e l’Assessore alla Sanità per concludere lo stato di agitazione promosso dagli stessi sindacati. Ancora una volta l’Assessore alla Sanità Nieddu e il Direttore Generale del Brotzu la dott.ssa Agnese Foddis hanno disertato l’incontro.

Non ci sono dubbi per i sindacalisti: Gianfranco Angioni USB Sanità , Diego Murracino Nursing Up, Fabrizio Anedda Nursind, Giovanni Congiu Cisna e Marco Pulisci Fsi, la mancata presenza del Direttore Generale di fronte alla più alta carica dello stato non può avere attenuanti, per noi questo atteggiamento irrispettoso verso le istituzioni ma ancor più verso le sigle sindacali che rappresentano le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori del più importante polo sanitario della Sardegna.

A rappresentare ancora una volta l’amministrazione è stato Dott.Ennio Filigheddu a cui è stato dato l’arduo compito di cercare di rasserenare un clima sindacale oramai deteriorato. Con correttezza istituzionale non ha fatto altro che ammettere che le problematiche ci sono e che si stanno cercando di affrontare con moltissime difficoltà. Ha esposto inoltre il riscontro pervenuto da parte della Direzione Generale della Sanità con cui viene chiarito che hai lavoratori impiegati nei reparti COVID non può essere riconosciuta l’ indennità del rischio infettivo considerato che a livello regionale non sono stati istituiti come reparti di malattie infettive.

La situazione è vergognosa , i lavoratori e le lavoratrici si sono trovati dall’oggi al domani ad essere impiegati in reparti COVID completamente inidonei sugli aspetti logistici, strumentali, tecnologici e organizzativi. La situazione nel reparto della medicina Generale è drammatica, più che un reparto sembra un campo da guerra. Il personale è ridotto all’osso e numerosissimi operatori sono contagiati.

I pazienti vengono ammassati nel corridoio in ambienti completamente inadatti dove mancano i campanelli e la predisposizione dei gas medicali.

Quando si privano pazienti e gli operatori anche della dignità, per noi non ci sono dubbi, viene ampiamente tradita la Mission che il Direttore Generale ha il compito di rispettare, che non può prescindere dal garantire risposte ai bisogni della salute. Nell’ incontro non sono state risparmiate durissime critiche verso il Direttore Generale,  per il comportamento antisindacale oramai portato avanti per tagliare fuori i nostri RLS e i nostri RSU.

Una situazione allarmante che evidenzia la volontà di silenziare i sindacati non compiacenti. Non sono mancate anche le dure osservazioni per la gestione del servizio del personale. Competenze specifiche che devono essere a capo del Direttore del servizio del Personale, come la predisposizione dei turni gestione dei permessi, conteggio delle ore lavorate, congedi, ferie, etc, oggi sono demandati impropriamente a uffici infermieristici sempre più sindacalizzati e senza le competenze professionali specifiche necessarie, dando inoltre completo accesso ai dati personali considerati sensibili per il quale chiederemo chiarimenti al garante della privacy.

I turni di lavoro del personale sanitario vengono articolati con una eccedenza oraria costante che produce migliaia di ore di lavoro che non vedono compensazione oraria ne retribuzione.


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PRONTO SOCCORSO ISILI – CHIUSURA NOTTURNA –

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 05/06/2022   –   09/06/2022

 

 


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Cdm approva bonus 200 euro per i lavoratori con reddito fino a 35mila euro.

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Non solo dipendenti, pensionati, disoccupati, autonomi e professionisti. Ci sono anche altre categorie di lavoratori che potranno ricevere il bonus da 200 euro pensato dal Governo per sostenere le famiglie alle prese con i contraccolpi della guerra in Ucraina. L’una tantum, già allargata in una seconda stesura del decreto Aiuti anche ai percettori del reddito di cittadinanza, ai lavoratori stagionali, agli autonomi e ai collaboratori domestici, nella sua versione definitiva include anche – a determinate condizioni – i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, lavoratori stagionali del turismo e dello spettacolo, gli “intermittenti”, i lavoratori dello spettacolo, gli incaricati alle vendite a domicilio, gli autonomi (senza partita Iva). Il bonus arriverà a 31,5 milioni di italiani e costerà allo Stato 6,3 miliardi di euro. Il provvedimento (decreto legge 17 maggio 2022, n. 50 con le «Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina») è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.114 del 17 maggio 2022 ed è in vigore dal, 18 maggio. 


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Sanità: Ats dovrà pagare festivi lavorati a infermieri e Oss

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Il sindacato delle professioni infermieristiche NurSind ha vinto la causa pilota portata avanti contro l’Ats Sardegna, davanti al Tribunale di Nuoro, e ha ottenuto il riconoscimento del pagamento dei festivi infrasettimanali lavorati da infermieri e Oss. Lo fa sapere lo stesso sindacato, che si era affidato all’avvocato Domenico De Angelis, spiegando che i giudici hanno ribadito “quanto già stabilito dalla Suprema Corte di Cassazione nel 2021 (10 marzo 2021 n. 6716). Ovvero, che la giornata festiva infrasettimanale – laddove non fosse scelto il riposo compensativo entro i 30 giorni – venga retribuita come indennità specifica, così come previsto da contratto nazionale”.
    Secondo Fabrizio Anedda, coordinatore regionale NurSind, “a questa causa pilota seguiranno naturalmente il deposito dei decreti ingiuntivi di tutti gli infermieri fiduciosi nel lavoro portato avanti dal NurSind, e che hanno partecipato alla vertenza. Ci tengo a precisare: non per una mera questione economica, ma per una questione davvero di giustizia e diritti.
    Gli infermieri e gli operatori sanitari di assistenza, dedicano infatti il loro tempo e servizio, sacrificando i festivi infrasettimanali (9 giorni all’anno). Per noi è una vittoria e un riconoscimento storico davanti all’ATS, che ha sempre remato nella direzione dell’ingiustizia. Per spiegarci meglio, porto un esempio: quando il dipendente lavora il giorno di Pasquetta può successivamente chiedere il riposo compensativo (entro 30gg) oppure avere il pagamento della giornata. L’Ats invece ha sempre negato questo diritto: se il lavoratore non mi chiede il riposo, non deve neanche essergli retribuita l’indennità”.
    La sentenza del 22 marzo scorso ha stabilito che” la giornata festiva infrasettimanale venisse invece retribuita come indennità retribuita come straordinario cumulabile con l’indennità specifica per i festivi – così come recita il contratto nazionale (ex art 9 CCNL 1/09/1995) – costringendo l’Azienda a pagare”, conclude Anedda.

 

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ELEZIONI RSU 2022 – NURSIND CAGLIARI

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RSU NURSIND – VOTAZIONI 5-6-7 APRILE 2022

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LISTE RSU 2022 NURSIND 

 


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Da tutta l’isola a Cagliari per lo sciopero degli infermieri “eroi dimenticati”: niente soldi e super lavoro

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Sciopero segreterie Nursind dell’isola

28/01/2022

Cagliari – Infermieri, Oss e il resto del comparto sanità della Sardegna ha manifestato questa mattina a Cagliari, con uno sciopero generale di 24 ore, promosso dal Sindacato del NurSind.

La manifestazione si è tenuta a Cagliari, in piazza Ingrao dalle ore 10.30, in zona Consiglio Regionale, per far sentire alla politica la voce di tutte le segreterie NurSind dell’isola.
Erano presenti infatti Fabrizio Anedda, rappresentante per Cagliari, Fausta Pileri per Sassari, Mauro Pintore per la segreteria sindacale di Nuoro, Angela Dessì per Oristano. Ancora Achille Caddeo per Olbia e Marco Zurru per Carbonia.
I rappresentanti sindacali Nursind, insieme al resto dei lavoratori del comparto, hanno sposato le motivazioni nazionali per le quali è stato indetto lo sciopero, e hanno inoltre esteso l’elenco puntato con le criticità specifiche del caso della regione Sardegna.
– Il caso Sardegna, le criticità della sanità isolana. “Con questo sciopero non desideriamo creare ulteriore disagio ai cittadini – hanno detto subito i rappresentanti del NurSind – desideriamo però che tutti sappiano e riconoscano che gli infermieri sono una risorsa fondamentale per tutti i sistemi sanitari del mondo, anche se evidentemente non abbastanza per il nostro Governo e le nostre Regioni. Infatti, il governo Draghi non ha ritenuto di dare alcun segnale di vicinanza agli operatori sanitari (infermieri, ostetriche, OSS, ecc), erogando già da questo mese le risorse stanziate a dicembre 2020. Il personale medico già da un anno ha giustamente ricevuto mezzo miliardo di euro, il restante personale sanitario e sociosanitario ancora attende”.
– Infermieri, assistenza 24 ore. “Lavoriamo con un carico di responsabilità enorme, senza alcun riconoscimento e con gli stipendi più bassi d’Europa. La nostra professione, indispensabile in ogni ambito sanitario, gode di scarsa considerazione ed è intrapresa ormai da pochi, mentre tanti sono coloro che, formatisi nelle nostre Università, migrano all’estero attratti da condizioni di lavoro ed economiche migliori. Vogliamo poter dare ai nostri concittadini un’assistenza di qualità ma abbiamo bisogno di un corretto rapporto infermiere/pazienti e di veder riconosciute e valorizzate le nostre competenze. Vogliamo poter svolgere l’attività libero professionale, superando il vincolo di esclusività di rapporto, e poter avere una carriera professionale che premi le competenze specialistiche”.
– Le modalità della protesta. “Chi di noi può si ferma e sciopera, gli altri garantiranno i servizi essenziali, come sempre. Confidiamo nel fatto che tutti coloro che hanno apprezzato il nostro coraggio e il nostro lavoro durante la prima ondata pandemica possano condividere le ragioni della nostra manifestazione. E’ proprio a loro e ai rappresentanti delle istituzioni, dell’informazione e della società civile che chiediamo un gesto di solidarietà, consapevoli del fatto che migliorare le nostre condizioni di lavoro significhi migliorare l’assistenza per tutti.
La realtà del Sistema Sanitario della Regione Sardegna. “Non riesce a rispondere alle esigenze dei cittadini che subiscono la inadeguata programmazione che causa la riduzione dei posti letto e lo smantellamento dei servizi e presidi periferici. Gli infermieri subiscono l’insufficiente pianificazione di azioni di biocontenimento all’interno delle Aziende, con regole eluse nella forma e nella sostanza nonostante ci troviamo a distanza di circa due anni dall’inizio pandemia. Le procedure di stabilizzazione del personale precario e il concorso pubblico per Infermieri ancora languono tra le lungaggini burocratiche, moltiplicando le lacune organizzative all’interno delle aziende ospedaliere, costrette a comprimere ulteriormente i diritti contrattuali degli Infermieri e trasformando l’emergenza in ordinarietà”.
– “La mobilità e lo spostamento del personale, avviene sempre più arbitrariamente, senza logiche o indirizzi prestabiliti, il demansionamento professionale determina un eccessivo ricorso ai tribunali con sistematica soccombenza delle Aziende che tuttavia persistono inspiegabilmente nel mantenere le loro posizioni. Registriamo inoltre la sistematica riconversione di Unità Operative ordinarie in Unità Operative sub-intensive e/o infettive di fatto, ma senza la formale e doverosa individuazione da parte degli organi Regionali di un nuovo sistema di accreditamento e nuove e coerenti dotazioni organiche con le relative indennità previste dalle vigenti normative. Gli Infermieri sono stati al servizio della popolazione sin dalla prima ondata pandemica, lavorando senza dispositivi di protezione, venendo contagiati, in condizioni di estrema emergenza ma senza avere a tutt’oggi riconosciuta la indennità di malattie infettive.
Su altri istituti contrattuali sono stati siglati accordi mai mantenuti. Siamo stanchi di proclami e belle parole per gli Infermieri, alle quali non seguono atti concreti che ne migliorino la qualità lavorativa e di vita, siamo stanchi di subire la cattiva amministrazione della Sanità Sarda, la quale trova tempo e risorse per nomine, incarichi e lauti incentivi ai singoli dirigenti, ma mai un occhio di riguardo alla salute degli Infermieri e le loro condizioni di lavoro”.
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Aou Cagliari, Nursind chiama i Nas: degenti accalcati in corridoi

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Cagliari, 13 gennaio 2022 –

Violazione norme anti COVID -19, decadimento assistenziale per sovraffollamento delle UU.OO. di degenza Medicina Blocco C e blocco M, P.O. Duilio Casula. Richiesta attività ispettiva“.

Si legge questo nelle prime righe della lettera che il Sindacato delle professioni infermieristiche, il NurSind, ha inviato ai Nas dei Carabinieri, all’Ispettorato del Lavoro, allo Spresal (Prevenzione e Sicurezza per il lavoro) e ai Direttori Generali dell’Aou.

“Le Medicine del blocco C e blocco M sono sovraffollate: ci sono ricoverati non solo nei corridoi, ma è anche statoautorizzato il posizionamento del terzo letto nelle stanze di degenza già di dimensioni ridotte, esponendo così i pazienti vulnerabili -per le loro precarie condizioni di salute ed età spesso avanzata – a seri rischi a causa della mancata applicazione delle misure di prevenzione e contenimento alla diffusione del COVID -19. Abbiamo inoltre ritenuto opportuno – ha detto Christian Cugusi, dirigente sindacale del NurSind –segnalare che all’aumento del numero di degenti in queste unità operative, con il contestuale sovraffollamento del reparto e delle camere di degenza – oltre la normale capienza prevista dai criteri di accreditamento- non è ovviamente corrisposto il mantenimento del livello assistenziale, sia in termini di operatori sanitari infermieri e OSS impiegati, che di qualità di servizio fornito”.

 Letti aggiuntivi nei corridoi, medicherie e stanze di degenza

“Si tratta di barelle, ovvero letti sprovvisti di campanello di chiamata, erogatore di ossigeno e aspiratore e di stanza dei servizi igienici. Così – ha proseguito Cugusi – per l’operatore diventa particolarmente complesso fornire interventi di emergenza per mancanza di spazi, che non sono sufficienti per il transito del carrello delle emergenze e per le manovre rianimatorie che, in generale, potrebbero doversi rendere necessarie”.

In queste condizioni assistenziali il NurSind sottolinea anche l’inosservanza, a discapito dei pazienti del diritto alla privacy, e il grave pericolo che correrebbero in caso di evacuazione a seguito di eventi calamitosi, per il sovraffollamento che si è creato e la relativa mancanza di spazi.

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28 gennaio 2022, NurSind dichiara lo sciopero nazionale comparto sanità

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di
La Redazione infermieristica mente
Pubblicato il: 08/01/2022

La misura è colma e la decisione era inevitabile, il 28 Gennaio sarà sciopero nazionale del comparto sanità.

NurSind, lo aveva annunciato da tempo; i tempi lunghi di chiusura del nuovo contratto collettivo nazionale ed il mancato inserimento dell’emendamento alla Legge di Bilancio 2022, che avrebbe dovuto svincolare l’erogazione dell’indennità specifica infermieristica dal rinnovo contrattuale, avevano portato il sindacato a dichiarare lo stato di agitazione, primo passo verso lo sciopero nazionale.

Dichiara Andrea Bottega, segretario nazionale NurSind: “Gli infermieri ancora una volta portano il peso e pagano le conseguenze del disastro organizzativo che si sta delineando, complice l’impennata dei contagi e una buona dose di mancate decisioni. Queste alcune delle ragioni per cui la categoria che rappresento è in stato d’agitazione da novembre scorso e sciopererà in questo mese. Un grido di dolore che non possiamo non far sentire, a maggior ragione dopo che l’esecutivo ha ignorato completamente le nostre istanze in legge di Bilancio”.

La mancata erogazione dell’indennità infermieristica, non è dunque il solo motivo, per cui gli infermieri sciopereranno il 28 gennaio.

La quarta ondata Covid  ancora una volta ha travolto in pieno la gli operatori sanitari: infermieri che da ormai due anni incessantemente, con scarsi presidi, ferie sospese, spostamenti improvvisi di reparti, sovraccarico di lavoro, carenze di personale, si sacrificano per salvare le vite dei nostri concittadini e, attraverso il loro lavoro, sostengono la ripresa economica del Paese e favoriscono la difesa delle libertà, senza nessun riconoscimento economico.

Continua Bottega: “Gli stipendi degli infermieri sono tra i più bassi d’Europa. Molti che già la esercitano si licenziano, stanchi di sacrifici e rischi senza ottenere mai nulla in cambio. Gli infermieri sono professionisti e non missionari volontari. I loro sono obblighi contrattuali, ma devono essere adeguatamente compensati con giusti stipendi e dignitose condizioni di impiego – e conclude – Gli infermieri, che il Covid non l’hanno visto in tv, ma lo hanno affrontato a stretto contatto con le migliaia di persone che non ce l’hanno fatta, chiedevano un segnale concreto di vicinanza da parte delle istituzioni. Non l’hanno avuto, non ci rimane che manifestare il nostro dissenso con lo sciopero di tutto il comparto sanità”.


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