SI INFORMA CHE DAL 10/10/2016
LA SEDE NURSIND CAGLIARI APRIRA’ IL GIOVEDI ANZICHE’ IL MERCOLEDI’, SEMPRE DALLE h.16 ALLE h. 19.
Il segretario Nursind Cagliari
Anedda Fabrizio
SI INFORMA CHE DAL 10/10/2016
LA SEDE NURSIND CAGLIARI APRIRA’ IL GIOVEDI ANZICHE’ IL MERCOLEDI’, SEMPRE DALLE h.16 ALLE h. 19.
Il segretario Nursind Cagliari
Anedda Fabrizio
È stato convocato dal Ministero del Lavoro per lunedì 26 settembre 2016 alle ore 16, il tentativo di raffreddamento e conciliazione a seguito della dichiarazione da parte di NurSind dello stato di agitazione per il personale del comparto e della dirigenza sanitaria.
La richiesta di conciliazione, inviata il 15 settembre, indica quali sono le motivazioni per cui si potrà arrivare a una o più giornate di sciopero.
Tre gli aspetti principali:
Tutti questi punti vanno a incidere su aspetti legati alla contrattazione che ormai manca da 7 anni e il cui blocco sta causando disfunzioni nei servizi e danneggia la rappresentanza dei lavoratori.
Secondo il segretario nazionale NurSind, “le soluzioni ipotizzate in questi giorni (“contratto ponte” solo economico, aumento solo per chi ha un reddito lordo inferiore ai 26.000 euro, aumento dell’orario di lavoro in cambio di qualche euro in più, ecc.) per arrivare alla chiusura in tempi brevi del rinnovo del contratto nazionale di lavoro, non rispettano la dignità dei professionisti che rappresentiamo.
Abbiamo ben accolto la volontà del comitato di settore e del Ministero della Salute di emanare per primi l’atto di indirizzo, ma a fianco di questa accelerazione non possiamo non rilevare che ad oggi si vuole far partire la contrattazione con risorse economiche insufficienti e con un quadro normativo incerto.
Accanto a queste difficoltà oggettive si profila un continuo definanziamento della sanità che pone a serio rischio l’attuazione dei LEA e la garanzia dei diritti costituzionali dei cittadini.
Noi, professionisti della salute del comparto e della dirigenza sanitaria, – continua Andrea Bottega – non volgiamo essere complici delle deficienze organizzative causate dai continui tagli di risorse economiche e umane. Siamo ancora in attesa dell’incremento delle dotazioni di personale previste dai commi 541 e 543 dalla legge di stabilità del 2016, quando un anno fa si parlava di 6.000 nuove assunzioni tra medici e infermieri.”
Da tempo ormai assistiamo una svalutazione del mandato costituzionale da parte delle istituzioni: non più il lavoro come fondamento della crescita comune bensì la centralità di una politica e un’economia della promessa. Meno lavoro per chi è disponibile, sempre più concentrato in poche persone e sempre più svolto in età avanzata tanto da diventare oppressivo. Per tutti, infermieri disoccupati e infermieri oberati, la promessa di assunzioni e di salari dignitosi.
“Siamo stanchi – conclude Andrea Bottega– di vedere calpestata la dignità dei lavoratori che rappresentiamo. O ci sono i presupposti per una svolta vera oppure non ci accontenteremo di pochi spiccioli”.
Ricorrere alla Pronta disponibilità in maniera arbitraria, per colmare le falle degli organici ormai cronicamente carenti e ridotti all’osso, è diventata prassi nelle Aziende Sanitarie della nostra cara Italia. E se le assunzioni si fanno attendere, ed anche questa estate si chiude con un bilancio penoso, le aziende decidono, illegittimamente, di far fronte alla mancanza di personale sanitario con turni straordinari in pronta disponibilità, che di straordinario non hanno più nessuna connotazione, mentre permane la fattezza di Ordinarietà.
E’ quanto accade nell’Azienda ospedaliera Universitaria di Cagliari, ed è quanto il NurSind ha deciso di denunciare, facendosi promotore di unEsposto alla Procura Regionale, alla Direzione territoriale del lavoro, all’assessorato dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale della Regione Sardegna, allo scopo di mettere fine alla politica sanitaria scorretta ed impropria perpetrata da lungo tempo dall’ AOU di Cagliari, sottoponendo alvaglio delle autorità quanto rilevato.
L’AOU di Cagliari è rea di NON aver correttamente applicato l’istituto di pronta disponibilità, infatti le disposizioni finora adottate sono ILLEGITTIME, in quanto violano quanto previsto dal CCNL di riferimento.
La prima violazione la si trova in seno all’articolo 7, comma 2 del CCNL integrativo del 20.09.2001 comparto sanità, che recita:
“all’inizio di ogni anno le aziende predispongono un piano annuale per affrontare le situazioni di emergenza in relazione alla dotazione organica, ai profili professionali necessari per l’erogazione delle prestazioni nei servizi e presidi individuati dal piano stessi ed agli aspetti organizzativi delle strutture”.
L’azienda non ha fatto pervenire nessun Piano annuale per le Emergenze.
L’importanza di redigere il suddetto Piano, non è solo programmatica, ma costituisce il presupposto in base al quale organizzare il servizio, in modo da evitare per l’appunto che si faccia della pronta disponibilità, un uso improprio e distorto, come ne è stato fatto fino ad adesso, disapplicando le modalità contrattuali.
In relazione a ciò, la mancata predisposizione del piano annuale, fa venire meno la legittimità del servizio di pronta disponibilità così come organizzato, poiché non è dato sapere se realmente risponde al quadro delle urgenze dell’azienda. Tale principio è stato inoltre affermato dalla sentenza del Tribunale di Milano nella sentenza 2210 del 18/06/2007.
La seconda violazione riscontrata, alla luce della normativa contrattuale, è il modus operandi dell’azienda, che ha violato la procedura di predisposizione dei turni di pronta disponibilità, agendo in maniera unilaterale e non di concerto con le OO.SS e le RSU.
Solo dopo diverse sollecitazioni da parte del Nursind, il piano per le emergenze è stato predisposto ed inviato alle OSS, ed in seno al piano è stata evidenziata la terza violazione contrattuale.
Come evocato dal piano stesso, di emergenza, il servizio di pronta disponibilità ha lo scopo di garantire solo ed esclusivamente prestazioni di acclarata emergenza, e non può essere utilizzato per prestazioni relative ad eventi ordinari e/o per colmare le carenze della dotazione organica.
Così come recitano i comma 11, 12 e 13 dell’articolo 7 già citato, ovvero:
11) possono svolgere la pronta disponibilità solo i dipendenti addetti alle attività operatorie e nelle strutture di emergenza…
12)Ai seguenti profili è consentita la pronta disponibilità per eccezionali esigenze di funzionalità della struttura….
13)Le aziende potranno valutare con le procedure di cui all’articolo 6 comma 1 lettera b), CCNL 7.4.99 eventuali ulteriori situazioni in cui ammettere la pronta disponibilità, in base alle proprie esigenze organizzative.
Detto questo, la pronta disponibilità non può essere utilizzata per pianificare o per attività pianificabili o per sostituire il personale mancante.
Inoltre non può essere deliberatamente imposta al dipendente che non appartenga ad UO ad attività operatoria o, non appartenga a strutture di emergenza.
Dalla condotta impropria ed illegittima dell’azienda AOU Cagliari ne scaturisce la quarta violazione, quella relativa alla spesa sulla pronta disponibilità e straordinario svolto in reperibilità.
Le risorse finanziarie sono state illegittimamente impiegate, e rischiano di essere depauperate, a causa del ricorso eccessivo al lavoro straordinario e all’istituto della pronta disponibilità; se invece il servizio di reperibilità fosse stato utilizzato in conformità con quanto dettato dal CCNL, non ci sarebbe stato lo sforamento del fondo con dispersione delle risorse finanziarie.
Per quanto fino a qui detto, il NurSind chiede:
all’Ecc.ma Procura regionale della Corte dei Conti della Sardegna, di voler esercitare i propri poteri di indagine e di controllo affinché possa accertare se nei fatti sopra narrati sussistano o meno ipotesi d’irregolarità contabili o quant’altro la S.V. Ill.ma voglia ravvisare;
alla Spett.le Direzione Territoriale del lavoro di Cagliari, di intervenire per la sua specifica competenza ex art. 7 d.lgs 124/2004 nel vigilare sulla corretta applicazione dei contratti e accordi collettivi di lavoro;
ESORTA ? l’On.le Assessorato Regionale alla sanità affinché voglia attenzionare la problematica e le irregolarità segnalate, decidendo eventualmente tutti gli interventi che volesse adottare.
Un parco auto nuovo di zecca che non poteva passare inosservato, perché da un paio di giorni, buona parte delle 22 Fiat Nuova Panda (noleggiate in leasing dalla Asl 7) si trovano parcheggiate nel cortile dell’ospedale Cto.
La spesa dell’azienda? Circa 220 mila euro (Iva esclusa), cui va aggiunta quella del carburante per il 2016: altri 61 mila euro appena deliberati dal commissario straordinario Antonio Onnis.
Il motivo che ha indotto l’azienda a spendere questi denari? «Abbattere i costi del personale che usa la propria vettura per recarsi nelle strutture sanitarie del Sulcis Iglesiente», spiega Onnis. Per questo l’11 febbraio scorso ha deciso di utilizzare la convenzione Consip stipulata con la ditta “Arval service lease Italia Spa”.
Scontato il polverone sollevato da quello che il presidente dell’associazione Amici della Vita Sulcis, Giorgio Madeddu, considera un “investimento clamoroso”: «Lascia l’ospedale sguarnito di cardiologo, ma spende soldi che non sembrano poter migliorare la qualità dei servizi sanitari».
Articolo stampa L’Unione Sarda qui
Era successo l’anno scorso e, forse si ripeterà, per gli anni a venire: gli operatori sanitari saranno costretti a spostarsi periodicamente da un presidio ospedaliero all’altro.
QUESTO RIENTRA NELLA LOGICA DEL RISPARMIO DELLA SANITA’
Anche per l’estate 2016 è scattato il piano ferie del Cto di Iglesias: da lunedì scorso al 22 agosto la Asl 7 ha predisposto “la sospensione dell’attività di degenza in week e day surgery e di sala operatoria di Chirurgia e Ortopedia”.
Da lunedì prossimo e sempre fino al 22 agosto, è prevista anche la “sospensione” dell’attività chirurgica nel reparto di Otorinolaringoiatria.
“Assicurata l’attività ambulatoriale specialistica, le consulenze al Pronto soccorso e i trasporti urgenti al Sirai di Carbonia”, dove non è prevista alcuna riduzione dell’attività ospedaliera.
Normale routine per l’azienda sanitaria, che giustifica “la contrazione dell’attività” con la “riduzione drastica degli interventi programmati”.
L’AZIENDA – Ma il provvedimento della Asl 7 – che per il commissario straordinario Antonio Onnis ha “l’obiettivo di coniugare il diritto degli operatori di usufruire di opportuni e previsti periodi di ferie” – ha già scatenato un mare di polemiche. Soprattutto in seguito alle recenti disposizioni sulle visite cardiologiche appena dirottate al Sirai di Carbonia nei giorni festivi e nel fine settimana, ancora una volta per la mancanza del personale.
LE POLEMICHE – Contro le scelte della Asl 7, protestano Cisl e Uil (“Incredibile che si sospenda l’attività ospedaliera per garantire le ferie al personale, si stabilizzi il personale con contratto in scadenza”. Rincara la dose il dirigente del sindacato degli infermieri Nursind: “Siamo stufi di lavorare in condizioni precarie e di subire decisioni scellerate da parte dell’azienda sanitaria”, denuncia Marco Zurru. Intanto il Comitato per la salute presieduto da Paride Reale ha depositato il secondo esposto in Procura: “Si tagliano i servizi e si trasferiscono reparti, mettendo a rischio la vita delle persone. Chiediamo l’intervento della Magistratura”.
Dopo l’approvazione delle linee di indirizzo per l’apertura dei tavoli contrattuali per il rinnovo del CCNL da parte del Ministero, giunge con un comunicato stampa la posizione del Nursind, Sindacato degli Infermieri.
Secondo Andrea Bottega, Segretario Nazionale, come già affermato, non si può pensare di contrattare alcunchè, se la condizione è il costo zero.
Gli aumenti prospettati (300 milioni per il prossimo triennio), a conti fatti, si traducono in 11 euro lordi mensili medi. Sostanzialmente zero.
A queste condizioni Nursind annuncia che non c’è alcuno spazio di contrattazione, e collega all’evoluzione politica (in vista, anche, del referendum d’ottobre) il futuro della contrattazione stessa, che potrebbe trarre qualche beneficio dalla legge di stabilità 2017, forse figlia di politiche e compagini governative diverse.
Anche gli infermieri della Comunità Protetta di Tallaroga protestano contro i tagli decisi dal Commissario della Asl 7, Antonio Onnis: <<Vietato ammalarsi o andare in vacanza>>, accusa Marco Zurru del sindacato NuSind. <<Chi lavora nella comunità a doppia diagnosi, che assiste pazienti psichiatrici e allo stesso tempo anche tossico-dipendenti o alcolisti, non potrà usufruire delle ferie previste dal contratto>>.
Il motivo è legato alla carenza di personale: << Siamo solo sette, dunque sotto organico, ma ci chiedono di coprire turni di 24 ore e di non assentarci dal lavoro per alcun motivo: Se qualcuno dovesse ammalarsi, invece, potrebbero chiederci di fare lo straordinario che non sarebbe neppure pagato. Abbiamo chiesto di aumentare l’organico – spiega Zurru – ma l’azienda sembra non voler prendere in considerazione il nostro problema>>. Intanto contro la dirigenza Asl arrivano nuove accuse del capo gruppo de Consiglio Comunale di Iglesias “Cas@Iglesias”, Valentina Pistis: << si tratta di comprendere quali vantaggi o svantaggi hanno prodotto i trasferimenti, le chiusure e il ridimensionamento dei servizi. Fino a oggi nessuno, lo certificano i dati, tutti negativi, sulla produzione della Asl sulcitana che dal 2014 a oggi ha registrato un calo di 5 milioni di euro. E’ chiaro che la flessione andrà a incrementare la mobilità passiva del 2014 (38 milioni di euro) a fronte di una mobilità attiva di appena 7. Ma i dati più rilevanti e sempre negativi – conclude Pistis – riguardano il netto decremento delle nascite con 100 parti in meno rispetto all’anno scorso e i tempi delle liste d’attesa enormemente dilatatati>>
Il Nursind in quanto federato alla Confederazione Generale Sindacale (CGS) è promotore e parte attiva nella presentazione di un ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo con cui si chiamerà in causa il Governo Italiano al fine di risarcire i pubblici dipendenti ricorrenti per il mancato rinnovo dei contratti dal 2010 al 2015 e per la mancata riapertura dei negoziati contrattuali con adeguate risorse dal 2015 in poi.
Si tratta di un’operazione importante che vede impegnato un pool di avvocati di alto livello ed esperti in materia e che si sta preparando ad aprire alle adesioni di chi vorrà ricorrere.
E’ importante ribadire che l’esito del ricorso, che si stima abbia tempi relativamente brevi e ottime possibilità di accoglimento, sarà a beneficio dei soli ricorrenti e non di tutti i dipendenti pubblici.
Proprio per questa ragione è necessario aderire in prima persona; tutti i dipendenti pubblici possono farlo.
A questo scopo è stata predisposta un’apposita piattaforma web attraverso la quale, e soltanto attraverso questa, sarà possibile inserire i propri dati per l’adesione
Il portale dedicato ha un’interfaccia essenziale e di facile fruizione, con un grande pulsante “Accedi al servizio”, attraverso il quale accedere alle maschere di inserimento dei propri dati, e i link alle pagine dedicate all’informativa sul ricorso, alle modalità di partecipazione, alle FAQ ed alle News.
La piattaforma informatica consente di generare, con i dati inseriti, tutta la documentazione necessaria per partecipare al ricorso, che verrà inviata al proprio indirizzo di posta elettronica per poter essere stampata, firmata e inviata in forma cartacea al Centro gestionale del ricorso. Sarà, quindi, indispensabile fornire il proprio indirizzo di posta elettronica e il proprio recapito telefonico.
Ricorso alla CEDU per mancato rinnovo contratti: piattaforma per aderire! Scopri come:
Tutti i dipendenti pubblici possono ricorrere!
Da ora, ed entro il 30 maggio c.a., è possibile aderire formalmente al ricorso (ricordiamo che la vertenza, in caso di accoglimento, avrà efficacia solo nei confronti dei singoli ricorrenti e non dell’intero pubblico impiego) attraverso la piattaforma creata per lo scopo.
All’indirizzo www.ricorsocgs.it è possibile, cliccando su “accedi al servizio”, inserire i propri dati.
Al termine della procedura di registrazione verrà inviata una mail al proprio indirizzo contenente tutta la documentazione da stampare, firmare e inviare a mezzo raccomandata al Centro gestionale del ricorso.
La partecipazione al ricorso prevede un costo, che è stato così scaglionato:
– Euro 15,00 per i già iscritti ai sindacati federati nella CGS
– Euro 20,00 per i nuovi iscritti, ossia per coloro che si iscriveranno ora per partecipare al ricorso
– Euro 150,00 per i non iscritti che non intendano iscriversi ai sindacati aderenti.
Pochi semplici passi e un costo quasi esclusivamente simbolico per aderire a una iniziativa storica di grandissima valenza sia per quanto riguarda il riconoscimento del ruolo delle organizzazioni sindacali, sia per il riconoscimento del giusto adeguamento del valore della retribuzione per i pubblici dipendenti (clicca qui per vedere le quantificazioni).
clicca sull’immagine per entrare nella piattaforma Ricorso alla CEDU